Un complesso industriale, che operava in violazione della normativa ambientale per la gestione di rifiuti speciali e pericolosi, in totale assenza delle autorizzazioni prescritte dal piano di tutela regionale delle acque, è stato sequestrato dalla
Guardia di finanza di Rieti. I militari erano venuti a conoscenza che nei pressi di un complesso industriale alle pendici del Monte Terminillo, in un'area sottoposta al vincolo idrogeologico e paesaggistico, erano depositati rifiuti speciali e pericolosi sulle sponde di un corso d'acqua sorgiva. L'accesso effettuato dai militari della compagnia con il prezioso contributo della sezione aerea di Pratica di Mare nell'impianto, insieme ai funzionari della locale Ausl ed col supporto dei vigili del fuoco di Rieti, ha permesso di scoprire all'interno dell'opificio numerosi residui inquinanti provenienti dalla lavorazione industriale nonché altri rifiuti consistenti in scarti di cantiere, pneumatici, cisterne arrugginite, fusti di ferro chiusi ed interrati, numerose lastre di eternit contenenti verosimilmente amianto, varie sostanze oleose e bituminose, il tutto in evidente stato di degrado ed abbandono. Dalle indagini è emerso che l'attività industriale, avviata sin dal 1991, era condotta in violazione delle prescrizioni del piano di tutela regionale delle acque in ordine al convogliamento ed allo smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne.
Guardia di finanza di Rieti. I militari erano venuti a conoscenza che nei pressi di un complesso industriale alle pendici del Monte Terminillo, in un'area sottoposta al vincolo idrogeologico e paesaggistico, erano depositati rifiuti speciali e pericolosi sulle sponde di un corso d'acqua sorgiva. L'accesso effettuato dai militari della compagnia con il prezioso contributo della sezione aerea di Pratica di Mare nell'impianto, insieme ai funzionari della locale Ausl ed col supporto dei vigili del fuoco di Rieti, ha permesso di scoprire all'interno dell'opificio numerosi residui inquinanti provenienti dalla lavorazione industriale nonché altri rifiuti consistenti in scarti di cantiere, pneumatici, cisterne arrugginite, fusti di ferro chiusi ed interrati, numerose lastre di eternit contenenti verosimilmente amianto, varie sostanze oleose e bituminose, il tutto in evidente stato di degrado ed abbandono. Dalle indagini è emerso che l'attività industriale, avviata sin dal 1991, era condotta in violazione delle prescrizioni del piano di tutela regionale delle acque in ordine al convogliamento ed allo smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne.
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