Controllavano il traffico di cocaina dal Sudamerica all'Italia con la complicità di alcuni dipendenti del porto di Gioia Tauro, da dove transitava la droga. Sono 18 i componenti della banda di narcotrafficanti arrestati dai finanzieri del comando provinciale di Reggio
Calabria e dello Scico: per 13 è la convalida di un fermo del 24 luglio scorso, per 5 un nuovo provvedimento. È un durissimo colpo per la criminalità organizzata calabrese, che detiene la leadership mondiale nel traffico di droga. L'organizzazione criminale radicata nel territorio della Piana di Gioia Tauro operava con la collaborazione di personale della società di gestione della banchina merci del porto: facevano uscire i carichi di droga in arrivo dai porti del Sudamerica. I finanzieri sono stati aiutati anche dalla strana situazione economica della banda: il reddito dichiarato dalle famiglie era sproporzionato rispetto allo stile di vita. Il Tribunale ha disposto anche il sequestro preventivo ai fini di confisca di beni da 10 milioni di euro, tra cui 14 auto, 25 case tra cui tre ville, 33 terreni e 10 imprese. Dentro una delle ville si nascondeva un tunnel per consentire al proprietario di scappare da un eventuale blitz delle forze dell'ordine. In particolare, detto cunicolo era situato all'interno di un artefatto impianto idraulico. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Calabria e dello Scico: per 13 è la convalida di un fermo del 24 luglio scorso, per 5 un nuovo provvedimento. È un durissimo colpo per la criminalità organizzata calabrese, che detiene la leadership mondiale nel traffico di droga. L'organizzazione criminale radicata nel territorio della Piana di Gioia Tauro operava con la collaborazione di personale della società di gestione della banchina merci del porto: facevano uscire i carichi di droga in arrivo dai porti del Sudamerica. I finanzieri sono stati aiutati anche dalla strana situazione economica della banda: il reddito dichiarato dalle famiglie era sproporzionato rispetto allo stile di vita. Il Tribunale ha disposto anche il sequestro preventivo ai fini di confisca di beni da 10 milioni di euro, tra cui 14 auto, 25 case tra cui tre ville, 33 terreni e 10 imprese. Dentro una delle ville si nascondeva un tunnel per consentire al proprietario di scappare da un eventuale blitz delle forze dell'ordine. In particolare, detto cunicolo era situato all'interno di un artefatto impianto idraulico. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Fonte: TMNews
Via: MNews
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