La Squadra Mobile di Taranto ha eseguito una vasta operazione antimafia, coordinata dalla Dda di Lecce, con l'arresto di 52 persone responsabili a vario di titolo dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di
stupefacenti, omicidio, estorsione, rapina e detenzione di armi. L'indagine ha avuto inizio verso la fine del 2012 a seguito della scarcerazione, dopo oltre venti anni, di due noti esponenti della criminalità tarantina, entrambi già condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso. Riacquistata la libertà, i due hanno ricomposto lo storico clan che, negli anni '90, in alleanza con il boss Antonio Modeo detto "messicano", imperversava a Taranto. La ricostruzione del clan diede vita ad una feroce "guerra" per il predominio sul territorio che portò oltre un centinaio di morti. Potendo contare su una nutrita schiera di fedelissimi, il nuovo gruppo ha intrecciato, in breve tempo, rapporti con altri malavitosi calabresi, sardi e veronesi, specie nel campo degli stupefacenti. Durante le indagini sono state documentate alcune estorsioni consumate e tentate ai danni d'imprese che operano nel campo dell'edilizia stradale e piccoli imprenditori. Il gruppo criminale operava su Taranto con forti articolazioni a Verona e Sassari. Tre persone sfuggite alla cattura sono attivamente ricercate.
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