Beni del valore di 5 milioni di euro sono stati sequestrati da agenti della Dia di Firenze e di Bologna, coadiuvati dai Carabinieri di Reggio Emilia, nelle province di Reggio Emilia, Perugia e Crotone. I beni sequestri sarebbero riconducibili ai fratelli Sarcone, tutti
imprenditori edili di origine calabrese da anni stabiliti in Emilia, ritenuti affiliati alla 'ndrangheta e precisamente alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR). La cosca era particolarmente attiva nelle estorsioni ai danni di imprenditori operanti in vari settori dell'economia locale. Il sequestro è stato disposto in via d'urgenza dal Presidente del Tribunale di Reggio Emilia, su richiesta del Direttore della Dia, dopo che gli investigatori del Centro Operativo di Firenze avevano rilevato, da parte di familiari di uno dei fratelli, ripetuti tentativi di sottrarre al sequestro ingenti somme di denaro. I beni posti in sequestro sono costituiti da circa 40 immobili, da numerosi autoveicoli, da quote societarie e compendi aziendali e da consistenti disponibilità finanziarie. L'operazione, eseguita nelle scorse settimane, si colloca nell'ambito di un procedimento di applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali avviato a seguito di richiesta formulata dal Direttore della Dia in base ad un'accurata analisi delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei settori imprenditoriali dell'Emilia Romagna, effettuata dalla Dia di Firenze.
imprenditori edili di origine calabrese da anni stabiliti in Emilia, ritenuti affiliati alla 'ndrangheta e precisamente alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR). La cosca era particolarmente attiva nelle estorsioni ai danni di imprenditori operanti in vari settori dell'economia locale. Il sequestro è stato disposto in via d'urgenza dal Presidente del Tribunale di Reggio Emilia, su richiesta del Direttore della Dia, dopo che gli investigatori del Centro Operativo di Firenze avevano rilevato, da parte di familiari di uno dei fratelli, ripetuti tentativi di sottrarre al sequestro ingenti somme di denaro. I beni posti in sequestro sono costituiti da circa 40 immobili, da numerosi autoveicoli, da quote societarie e compendi aziendali e da consistenti disponibilità finanziarie. L'operazione, eseguita nelle scorse settimane, si colloca nell'ambito di un procedimento di applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali avviato a seguito di richiesta formulata dal Direttore della Dia in base ad un'accurata analisi delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei settori imprenditoriali dell'Emilia Romagna, effettuata dalla Dia di Firenze.
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