Eternit: tutto prescritto prima del processo, stop risarcimenti - video

Era già tutto scritto, anzi prescritto prima del rinvio a giudizio dell'imputato, l'imprenditore svizzero Schmideiny, accusato delle morti di amianto nello stabilimento di Casale Monferrato, in quanto il capo d'imputazione non era corretto. Sono le conclusioni dei giudici
della Cassazione, messe per iscritto nelle motivazioni della sentenza di prescrizione che il 19 novembre 2014 ha tra l'altro annullato i risarcimenti alle vittime. Secondo la Corte, il reato di disastro a carico dell' imprenditore non era il più adatto d'applicare, dato che la condanna massima sarebbe troppo bassa per chi provoca morti e malati, essendo punita con 12 anni di reclusione. Il processo doveva essere quindi per lesioni. Inoltre, si legge sempre nelle motivazioni, "il Tribunale ha confuso la permanenza del reato con quella degli effetti del reato e la Corte di Appello ha inopinatamente aggiunto all'evento costitutivo del disastro eventi rispetto ad esso estranei ed ulteriori, come quello delle malattie e delle morti, costitutivi semmai di differenti delitti di lesioni e di omicidio". I giudici poi, puntano il dito contro la politica italiana che non adottò per tempo i provvedimenti dovuti rispetto alla gestione del rischio d'amianto per l'azienda Eternit Italia. Come risposta, la Procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per l'imprenditore svizzero con l'accusa di omicidio volontario aggravato.



Fonte: ANSA

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