Un'operazione antimafia è stata portata a termine dal Nucleo investigativo dei Carabinieri, dalla Squadra mobile della Questura di Palermo e dal Nucleo speciale di Polizia valutaria. Gli ordini di custodia cautelare eseguiti nell'ambito dell'operazione "Apocalisse 2" sono
complessivamente 27. I reati contestati sono associazione mafiosa, estorsione e rapina. Slancio alle indagini lo hanno fornito le numerose vittime del pizzo che, superando il muro dell'omertà, hanno ammesso di essere state costrette a pagare il pizzo. In manette è finito anche il consigliere comunale di Palermo Giuseppe Faraone, del Megafono, accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'inchiesta si collega all'operazione "Apocalisse" che aveva portato a 95 arresti il 23 giugno del 2014, facendo luce su capi e affiliati dei mandamenti di Tommaso Natale e di San Lorenzo. A finire nel mirino degli estortori anche l'impresa che lavorava per conto della Curia nella costruzione di un grande immobile a Palermo. Un grosso appalto che avrebbe fruttato alle casse dei boss 30 mila euro: 15 mila a Palermo e 15 mila a Bagheria come hanno raccontato i collaboratori di giustizia. Insieme a due imprenditori della provincia sono ricostruite nell'inchiesta altre 13 estorsioni ad altrettanti imprenditori che hanno collaborato con le forze dell'ordine.
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