La Polizia di Stato di Pescara ha eseguito 13 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione. Le indagini
della Squadra Mobile di Pescara, avviate nel 2013 e supportate da attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico di un sodalizio criminale, composto da cittadini rumeni, che sfruttava la prostituzione di giovani donne costrette ad esercitare il meretricio lungo diverse strade litoranee delle province di Pescara e Chieti. Nel corso dell'inchiesta, tra le altre cose, è emerso che sarebbero stati indotti almeno due aborti clandestini e che alcune prostitute avevano il compito di "istruire" le ragazze meno esperte, sottoponendole anche a gravi vessazioni. Gli ingenti profitti incamerati, poi, permettevano ai loro aguzzini di condurre una vita agiata e di effettuare cospicue rimesse di denaro in Romania. L'organizzazione piramidale della banda, comprendeva al livello più basso anche le figure delle così dette "caporali", ovvero delle prostitute particolarmente fidate che avevano il compito di controllare le altre donne, e anche di istruire le nuove leve. All'operazione hanno partecipato circa 50 agenti.
della Squadra Mobile di Pescara, avviate nel 2013 e supportate da attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico di un sodalizio criminale, composto da cittadini rumeni, che sfruttava la prostituzione di giovani donne costrette ad esercitare il meretricio lungo diverse strade litoranee delle province di Pescara e Chieti. Nel corso dell'inchiesta, tra le altre cose, è emerso che sarebbero stati indotti almeno due aborti clandestini e che alcune prostitute avevano il compito di "istruire" le ragazze meno esperte, sottoponendole anche a gravi vessazioni. Gli ingenti profitti incamerati, poi, permettevano ai loro aguzzini di condurre una vita agiata e di effettuare cospicue rimesse di denaro in Romania. L'organizzazione piramidale della banda, comprendeva al livello più basso anche le figure delle così dette "caporali", ovvero delle prostitute particolarmente fidate che avevano il compito di controllare le altre donne, e anche di istruire le nuove leve. All'operazione hanno partecipato circa 50 agenti.
Fonte: Polizia di Stato
Nessun commento:
Posta un commento