sfruttamento di braccianti stranieri di nazionalità romena secondo le forme del cosiddetto "capolarato", costringendoli, con la minaccia di facili allontanamenti, al lavoro nei campi a ritmi massacranti per accrescere i profitti dell'organizzazione. L'attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Paternò, ha consentito di documentare, grazie anche alle preziose testimonianze fornite dalle numerose vittime romene, tra le quali donne e minori, come la banda criminale, operativa nel catanese, raggiungesse il suo lucroso business attraverso l'impiego nei campi di manodopera, già "ingaggiata" nel paese di origine, alloggiandola all'interno di cassoni in pessime condizioni igienico-sanitarie, per l'espletamento di mansioni sotto-pagate e in assenza delle garanzie minime di tutela. Le vittime erano costrette in uno stato di sudditanza psicologica e poste dinanzi all'alternativa di accettare le gravose condizioni oppure non prestare più la loro attività lavorativa, perdendo in tal modo anche gli scarsi guadagni ricavati, e dunque costrette a subire il regime lavorativo vessatorio imposto.
L'ordine pubblico è inteso come garanzia di pace e tranquillità. In tal senso assume un valore di sicurezza collettiva.
Catania: sgominato racket manodopera straniera, 9 arrestati - video
sfruttamento di braccianti stranieri di nazionalità romena secondo le forme del cosiddetto "capolarato", costringendoli, con la minaccia di facili allontanamenti, al lavoro nei campi a ritmi massacranti per accrescere i profitti dell'organizzazione. L'attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Paternò, ha consentito di documentare, grazie anche alle preziose testimonianze fornite dalle numerose vittime romene, tra le quali donne e minori, come la banda criminale, operativa nel catanese, raggiungesse il suo lucroso business attraverso l'impiego nei campi di manodopera, già "ingaggiata" nel paese di origine, alloggiandola all'interno di cassoni in pessime condizioni igienico-sanitarie, per l'espletamento di mansioni sotto-pagate e in assenza delle garanzie minime di tutela. Le vittime erano costrette in uno stato di sudditanza psicologica e poste dinanzi all'alternativa di accettare le gravose condizioni oppure non prestare più la loro attività lavorativa, perdendo in tal modo anche gli scarsi guadagni ricavati, e dunque costrette a subire il regime lavorativo vessatorio imposto.
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