patrimoniali effettuate dalla Dia, su delega della Procura della Repubblica di Palermo. I beni mafiosi, dislocati in diverse aree della provincia, sono riconducibili a Giuseppe Falsone, 44enne ex capo di Cosa nostra della provincia di Agrigento; Simone e Giuseppe Capizzi, padre e figlio ritenuti elementi di spicco di Cosa nostra riberese; Damiano Marrella, 67enne, esponente della famiglia mafiosa di Montallegro, e Pasquale Alaimo, 45enne appartenente alla famiglia mafiosa di Favara. A Giuseppe Falsone, tra i primi trenta latitanti più pericolosi d'Italia fino al momento del suo arresto, nel 2010 a Marsiglia dopo oltre 10 anni di latitanza, è stata confiscata un'impresa individuale intestata ad un suo familiare e destinata alla coltivazione di cereali ed all'allevamento di animali, per un valore complessivo di circa 35mila euro. Simone Capizzo è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di mafia del Maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli. Damiano Marrella, già arrestato dalla Dia di Agrigento nell'ambito dell'operazione "Minoa" è stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione.
Via: AdnKronos
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