La Dia di Palermo ha sequestrato beni mobili ed immobili, rapporti bancari e aziende, per un ammontare di 800 milioni di euro. Destinatario del provvedimento il commercialista ed ex deputato regionale Giuseppe Acanto, 55 anni, ritenuto legato a
Cosa nostra. Al termine di prolungate indagini, coordinate dalla Dda di Palermo, su disposizione del Tribunale Sezione misure di Prevenzione, sono state eseguite perquisizioni all'interno delle aziende in questione. Secondo gli investigatori il patrimonio sarebbe stato accumulato grazie ai legami con la cosca di Villabate. La posizione di rilievo assunta da Giuseppe Acanto, era emersa già in passato, sia per la sua nomina a direttore del mercato ortofrutticolo del Comune di Villabate, poi sequestrato, sia per la sua candidatura alle elezioni dell'Assemblea Regionale Siciliana del 2001, dove, con il sostegno della citata "famiglia" risultò il primo dei non eletti, salvo subentrare nel 2004 a un suo collega di schieramento, nel frattempo arrestato. Acanto era finito anche sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, ma la sua posizione venne archiviata. Sequestrati titoli bancari, venticinque aziende, conti correnti, automobili, immobili a Villabate, Misilmeri, Trento e in provincia di Ascoli Piceno. Tra i beni finiti sotto sequestro anche distributori di Gpl e una società di servizi che si occupava di assistenza agli anziani.
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