Camorra: guerra tra clan a Napoli, sequestri per 4 mln e 44 fermati

I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e gli agenti della Polizia di Stato della Questura partenopea hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione
distrettuale antimafia, nei confronti di 44 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, comuni e da guerra, e di tentati omicidi. La Guardia di Finanza di Napoli, inoltre, ha eseguito un decreto di sequestro di beni per circa quattro milioni di euro nei confronti di alcuni degli indagati. Durante le indagini gli inquirenti hanno accertato i progetti di vendetta, compresi eventuali omicidi, messi a punto nell'ambito dei conflitti tra i gruppi camorristici Leonardi e Vanella Grassi, ai quali - secondo l'accusa - fanno riferimento gli arrestati, contrapposti al gruppo Abete-Abbinante. Il conflitto fra i clan di camorra - sempre secondo gli investigatori - era causato dal controllo delle attività illecite nell'area Nord di Napoli e nei comuni limitrofi di Melito e Mugnano. Nelle indagini, inoltre, è stata ricostruita la rete e l'organizzazione del traffico e dello spaccio di stupefacenti in quell'area. Contestualmente all'esecuzione dell'ordinanza cautelare, il Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un decreto di sequestro preventivo disposto in via d'urgenza dalla Dda nei confronti di beni riconducibili a congiunti e prestanome dei Leonardi. Numerose le armi sequestrate nel corso dell'operazione, tra le quali anche kalashnikov e una mitraglietta Skorpion. Gli arrestati appartengono in massima parte alla famiglia Leonardi, uno dei gruppi che hanno dato vita al clan protagonista tre anni fa della cosiddetta terza faida di Scampia durante la quale ci furono numerosi omicidi per il controllo delle piazze di spaccio di droga.

Fonte: Arma dei Carabinieri
Via: Il Messaggero

Nessun commento:

Posta un commento