Di fronte al nuovo tracollo della borsa di Shanghai, che oggi ha chiuso con una flessione del 7,63%, la banca centrale di Pechino non è stata a guardare. A mercati chiusi, è stato comunicato un taglio dello 0,25% dei tassi di interesse e un abbassamento di mezzo
punto percentuale del tetto di riserva obbligatoria imposto alle banche, ora al 18% per i maggiori istituti. Inoltre è stata effettuata una nuova iniezione di liquidità da 150 miliardi di yuan (23,4 miliardi di dollari) nei "money market", dopo quella, dello stesso importo, attuata la settimana scorsa a favore del sistema bancario. Per comprendere se le misure saranno sufficienti a spegnere l'incendio finanziario che ha spaventato gli investitori di tutto il mondo bisognerà attendere stanotte, quando riapriranno le piazze cinesi. Per il momento la reazione dei listini appare positiva. Le borse europee a metà seduta segnano una decisa rimonta. Francoforte segna +4,14%, Milano +4,58%, Parigi +4,42%, Londra +3,34% e Madrid +3,3%. La giornata era comunque iniziata con il rimbalzo di buona parte degli indici del Pacifico. Solo Tokyo, a causa del rafforzamento dello yen, aveva seguito Shanghai nella polvere, chiudendo in calo del 4%. Le buone performance di Hong Kong (+0,72%), Seul (+0,92%), Taipei (+3,6%) e Sydney (+2,72%) hanno però consentito alle piazze europee di iniziare la seduta con il piede giusto, complici i positivi dati giunti dalla Germania su Pil e fiducia delle imprese. In ripresa anche il prezzo del petrolio, riavvicinatosi a quota 40 dollari, mentre l'euro, dopo l'impennata di ieri, ha ripiegato sotto quota 1,15 dollari. Sul versante delle materie prime, che sono ai minimi da fine anni Novanta (con l'eccezione dell'oro), si registra una stabilizzazione del prezzo del petrolio, che ieri era scivolato ai minimi da sei anni e mezzo in linea con il tracollo delle Borse mondiali.
Via: Il Sole 24 Ore
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