I Carabinieri del Comando provinciale di Napoli, in collaborazione con i colleghi del Gruppo Carabinieri Tutela del Lavoro nonché Nas e Noe, hanno controllato circa 200 laboratori tessili. Nell'hinterland napoletano i militari hanno riscontrato casi di assenza totale dei
minimi requisiti di sicurezza, macchinari e merce accatastati negli stessi ambienti in cui gli operai erano costretti lavorare (anche per 14 ore al giorno) e vivere. In un opificio clandestino nell'area rurale di Terzigno, addirittura gli operai (clandestini) erano ridotti a dormire con reti e materassi adagiati sui servizi igienici. La maggior parte delle violazioni accertate ha riguardato la materia ambientale, la sicurezza e l'igiene sul lavoro, la vendita di prodotti con segni falsi, la commercializzazione di prodotti privi di marchio, gli obblighi inerenti il soggiorno in Italia e il cambio di destinazione d'uso degli immobili. Sono state sequestrate anche piccole aree esterne agli edifici controllati utilizzate per lo smaltimento illecito di rifiuti derivanti dalle produzioni tessili. Al termine delle operazioni i Carabinieri hanno denunciato 48 persone e sequestrati 13 opifici per la lavorazione tessile. Inoltre sono stati identificati 103 lavoratori in nero, di nazionalità cinese e bengalese, elevate 29 sanzioni penali e 69 amministrative, per un importo totale di 800mila euro e sequestrati circa 11.000 capi di abbigliamento.
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