La Polizia di Stato di Brindisi ha eseguito nel capoluogo, a Mesagne e in altri centri della provincia, nonché in altre regioni, 34 ordinanze di custodia cautelare (27 in carcere e 7 indagati a piede libero) emesse dal Gip del Tribunale di Lecce. I reati ipotizzati
sono associazione di stampo mafioso, estorsioni, danneggiamenti, detenzioni di armi, tutti aggravati. Per la maggior parte degli indagati, tutti di giovane età, si tratta della prima contestazione per reati di mafia. Le investigazioni della Squadra Mobile brindisina hanno riguardato un emergente gruppo criminale della Sacra corona unita, legato al clan "Pasimeni-Vicentino", di Mesagne ed operante nel Comune di Brindisi. Nel corso delle attività d'indagine, supportate anche dall'ausilio delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, è stato possibile ricostruire le attività illecite dell’intero gruppo che, oltre a fare riferimento ad alcuni "capi" storici del clan, detenuti, poteva fare affidamento su alcuni soggetti, legittimati quali referenti per il territorio di Brindisi, della frangia mesagnese del sodalizio criminale. Tra questi c'erano anche diverse donne che ricoprivano posizioni di potere. Contestualmente agli arresti sono stati operati alcuni sequestri patrimoniali di beni mobili ed immobili nei confronti di soggetti considerati referenti degli associati, per un valore di quasi 1 milione di euro.
sono associazione di stampo mafioso, estorsioni, danneggiamenti, detenzioni di armi, tutti aggravati. Per la maggior parte degli indagati, tutti di giovane età, si tratta della prima contestazione per reati di mafia. Le investigazioni della Squadra Mobile brindisina hanno riguardato un emergente gruppo criminale della Sacra corona unita, legato al clan "Pasimeni-Vicentino", di Mesagne ed operante nel Comune di Brindisi. Nel corso delle attività d'indagine, supportate anche dall'ausilio delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, è stato possibile ricostruire le attività illecite dell’intero gruppo che, oltre a fare riferimento ad alcuni "capi" storici del clan, detenuti, poteva fare affidamento su alcuni soggetti, legittimati quali referenti per il territorio di Brindisi, della frangia mesagnese del sodalizio criminale. Tra questi c'erano anche diverse donne che ricoprivano posizioni di potere. Contestualmente agli arresti sono stati operati alcuni sequestri patrimoniali di beni mobili ed immobili nei confronti di soggetti considerati referenti degli associati, per un valore di quasi 1 milione di euro.
Via: Polizia di Stato
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