La Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 17 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa,
estorsione, violenza e minaccia, favoreggiamento personale, falso, nonchè furto e ricettazione, con l'aggravante di avere favorito un gruppo mafioso. L'operazione, denominata "Target", eseguita dalla Squadra Mobile di Catania nei confronti della famiglia Mazzei - "Carcagnusi" inserita in Cosa nostra e legata ai Corleonesi, ha consentito di decapitare i vertici della cosca, tra cui il reggente Sebastiano Mazzei, detto "Nucciu 'u carcagnusu", figlio del boss detenuto Santo Mazzei. Le indagini, condotte dal febbraio 2015 al successivo mese di luglio, oltre ad avere delineato gli assetti assunti in seno all'organizzazione mafiosa, prima e dopo la cattura di Mazzei, hanno consentito di attestare la piena operatività della cosca ed in particolare della squadra cosiddetta del "Traforo", più vicina alla famiglia Mazzei risiedente in quel rione e, che al pari di quella di "Lineri", era dedita ad attività estorsive ed alla commissione di reati contro il patrimonio. Infatti, le indagini hanno consentito di fare luce su due furti messi a segno ai danni di attività commerciali a Siracusa ed Augusta.
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