Mosca, no a ritorsione russa per espulsione da Usa di 35 funzionari

Il presidente Vladimir Putin ha detto che Mosca non espellerà i diplomatici americani in risposta alla decisione di Washington di mandare via 35 sospette spie russe e sanzionare le agenzie di intelligence che a suo avviso sono state coinvolte nella pirateria
informatica sulle elezioni presidenziali 2016. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov in precedenza aveva proposto l'espulsione di 35 diplomatici statunitensi dopo che l'uscente presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ordinato una serie di azioni contro la Russia. Putin ha detto che aspetterà le azioni del Presidente eletto Donald Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio, prima di decidere su eventuali altri interventi nelle relazioni con gli Stati Uniti. "Noi non espelliamo nessuno", ha detto Putin in una dichiarazione. "Pur mantenendo le giuste misure di ritorsione, non scendiamo al livello della diplomazia irresponsabile", ha aggiunto. Ha anche invitato i figli dei diplomatici statunitensi a una festa al Cremlino. Non è chiaro se Trump, che ha più volte elogiato Putin e nominato amici di Mosca per posti amministrativi di alto livello, ritirerà le misure che segnano un nuova guerra fredda nei legami tra Usa e Russia. L'amministrazione Obama ha annunciato giovedì la sua rappresaglia per i presunti sforzi della Russia di interferire con le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, ordinando nuove sanzioni che hanno incluso l'espulsione di 35 russi. I servizi segreti statunitensi ritengono che la Russia abbia ordinato attacchi informatici al Comitato Nazionale Democratico (DNC), della campagna elettorale di Hillary Clinton e di altre organizzazioni politiche, nel tentativo di influenzare le elezioni a favore del candidato repubblicano Trump.

Via: Reuters
Foto: White House

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