Il governo rumeno è rimasto sotto pressione ieri sera al settimo giorno di manifestazioni, un giorno dopo la mobilitazione record di mezzo milione di persone che hanno chiesto le dimissioni dell'esecutivo. Anche se il premier ha abrogato il
decreto che ha scatenato le proteste, un testo che avrebbe depenalizzato alcuni reati di corruzione, sono ancora centinaia di migliaia i manifestanti che continuano a protestare nel Paese con 20 milioni di abitanti. Tra 200 e 300mila i manifestanti scesi in piazza Bucarest, 40.000 a Timisoara e 45.000 a Cluj-Napoca. Dopo cinque giorni di contestazioni il premier socialdemocratico ha revocato il cosiddetto decreto "salva-corrotti" che prevedeva la punibilità con il carcere per l'abuso d'ufficio solo per cifre sopra i 44.000 euro. Il primo ministro Sorin Grindeanu ha chiesto "calma" al popolo e ha detto di aver "capito il messaggio dei manifestanti". Domenica sera, almeno 500.000 persone, secondo i media locali, hanno riempito le strade di Bucarest e circa 50 città in Romania, gridando parole come "dimissioni" e "ladri". Nella capitale si sono registrati sporadici scontri e tafferugli tra dimostranti e polizia con un bilancio di almeno cinque feriti e 60 fermi. Il governo guidato da Grindeanu "non ha ragione di dimettersi", ha detto il leader del Psd Liviu Dragnea, dopo una riunione dei deputati. Ma la mobilitazione popolare continua, la più alta dopo la caduta del regime comunista di Nicolae Ceausescu alla fine del 1989. Il ministro della Giustizia, Florin Iordache, criticato per aver adottato questa revisione del codice penale, con decreto, ha annunciato che il Parlamento emanerà presto un disegno di legge che prenderà in considerazione le opinioni popolari.
Fonte: El Mundu
Via: RaiNews24
Foto: Hispan TV
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