I Carabinieri della Compagnia di Alatri (Frosinone) hanno fermato due delle persone ritenute responsabili della morte di Emanuele Morganti, il 20enne massacrato nella notte tra venerdì e sabato, fuori dal Mirò Music Club. Si tratta di
due fratellastri di 27 anni e 20 anni, entrambi italiani, accusati di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Per gli inquirenti sarebbero responsabili dell'aggressione finale che ha causato la morte di Emanuele. I due sono stati rintracciati a Roma, nell'abitazione di una parente, e associati presso il carcere di Regina Coeli. In merito alla convalida del fermo spetterà al Gip della Capitale. Sette in tutto, al momento, gli indagati, compresi i fermati. Ai cinque rimasti a piede libero è stato contestato solo il reato di rissa. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dal Pm di Frosinone, la lite sarebbe nata dal pagamento di una bevanda, sfociata nell'aggressione mortale con un manganello e un tubolare che non sono stati ancora rinvenuti. Al vaglio degli investigatori l'ipotesi che l'efferatezza dell'azione sia stata determinata da un mix di alcol e droga assunto dagli autori, non di Emanuele. Il Procuratore ha spiegato che le indagini riguardano alcune decine di persone le cui dichiarazioni sono state spesso poco chiare. Esaminate dalla Procura le immagini della telecamera del Comune di Alatri che ha immortalato il momento del pestaggio del ragazzo in piazza Regina Margherita. I medici del Policlinico Umberto Primo di Roma, dove Emanuele è stato trasportato in eliambulanza e operato, non sono riusciti a salvarlo. E' morto dopo oltre 36 ore di agonia. I colpi hanno provocato a Morganti fratture multiple al cranio e alla cervicale, risultate poi mortali.
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