Trentasei persone sono morte nell'attacco lanciato ieri da un uomo armato in un casinò di Manila, nelle Filippine. Le vittime sono morte per soffocamento dopo che il responsabile, che poi si è suicidato, ha dato fuoco ai locali del casinò. Altre 54 persone sono rimaste ferite
fuggendo dall'edificio in fiamme. La polizia, basandosi sulle immagini delle telecamere di sicurezza, esclude la pista terroristica, nonostante un'iniziale rivendicazione dell'Isis, e dice che l'uomo era un ladro con disturbi psichici. L’attentatore, secondo gli inquirenti, potrebbe essere uno straniero. Verso la mezzanotte di giovedì ora locale delle Filippine, in Italia erano le 18 circa, i clienti del Resorts World Manila (Rwm), hotel-casinò nei i pressi dell'aeroporto della capitale filippina, hanno cominciato a fuggire in preda al panico alla vista dell'uomo armato di un fucile d'assalto m4, che ha sparato e ha dato fuoco a un tavolo da gioco. L'assalitore è poi scomparso tra il fumo e le fiamme e la polizia ha iniziato una caccia all'uomo durata fino all'alba. Il corpo carbonizzato dell'uomo è stato trovato dopo cinque ore, secondo il capo della polizia delle Filippine Ronald dela Rosa. Nessuna delle persone trovate senza vita presentava ferite da arma da fuoco. Ad ucciderle sarebbe stato il fumo tossico prodotto dalla combustione dei tappeti. Secondo dela Rosa si è trattato di un furto finito male e l'uomo sembra abbia solo voluto rubare delle fiches del casinò. Resta comunque il giallo della rivendicazione fulminea da parte di un sedicente combattente dell'Isis che diceva di chiamare da Marawi e che attribuiva l'attacco a "lupi solitari del califfato". Secondo la polizia, potrebbe trattarsi di una falsa rivendicazione per alimentare la propaganda jihadista.
Fonte: AskaNews
Via: RaiNews24
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