del regime di Kim Jong-un. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu aveva approvato all'unanimità la settimana scorsa un pacchetto di nuove sanzioni contro Pyongyang in risposta al suo sesto e più potente test nucleare. Washington aveva inizialmente cercato un embargo petrolifero completo, ma ha ammorbidito la sua posizione per ottenere il sostegno di Russia e Cina, unica alleata della Corea del Nord e principale partner commerciale. In un comunicato pubblicato sul suo sito web, il ministero ha ribadito i termini dell'ultima risoluzione, scrivendo che dal 1° ottobre, come Stato membro dell'Onu non esporterà più di 500.000 barili di petrolio raffinato verso la Corea del Nord, un tetto che sarà alzato a 2 milioni a partire dal prossimo anno. La Cina ha emesso inoltre un divieto totale sui prodotti tessili importati dalla Corea del Nord. L'annuncio segue la crescente bellicosa retorica tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il regime di Kim Jong-un, che ha sollevato l'allarme internazionale. Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di non fare abbastanza per fare pressione su Pyongyang per abbandonare il suo programma nucleare. La maggior parte del petrolio della Corea del Nord proviene verosimilmente dalla Cina, ma la quantità esatta rimane sconosciuta, dato che Pechino non pubblica dati sull'esportazione dal 2014. Secondo la Us. Energy Information Agency (Eia), Pechino ha inviato 6.000 barili al giorno di prodotti petroliferi alla Corea del Nord nel 2016.
Fonte: Reuters
Via: Tribune
Foto: EuroNews
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