Las Vegas, massacro al festival country rivendicato da Isis: 59 morti

Almeno 59 persone sono state uccise nella più grave sparatoria di massa nella storia moderna degli Stati Uniti nella notte di domenica, quando un uomo armato ha aperto il fuoco su un festival musicale all'aperto dal 32° piano dell'hotel Mandalay Bay e Casino sulla Las
Vegas strip. Ulteriori 527 persone sono rimaste ferite, ha detto la polizia di Las Vegas, ma il numero delle vittime è  destinato a salire. Il bilancio dei morti ha superato quelli della discoteca Pulse a Orlando nel giugno del 2016, quando sono state uccise 50 persone. Il sospetto è stato identificato come Stephen Paddock, un 64enne del luogo che ha sparato per circa 20 minuti verso la folla che assisteva a uno show per il festival "Route 91 Harvest", rassegna di musica country. La polizia ha trovato 42 armi da fuoco nella stanza da dove l'uomo ha sparato, compiendo la strage, tra cui 19 fucili, due di questi sistemati su treppiedi alla finestra. Ad assistere al concerto al momento della sparatoria c'erano 22.000 persone. L'Isis, tramite l'agenzia Amaq, ha rivendicato il massacro. In un comunicato si legge che l'autore è uno dei "soldati" del califfato, che si era convertito mesi fa all'islam. Al momento non sono emersi rapporti con gruppi estremisti del killer, che secondo la polizia si è suicidato. L'Fbi ha detto di  non aver trovato "alcun legame con un gruppo terroristico internazionale". Lo sceriffo della contea di Clark, Joe Lombardo, ha detto che la polizia non ha trovato nulla che possa suggerire un movente dell'attacco. Parlando alla Casa Bianca, il presidente americano Donald Trump ha definito l'attacco come "un atto di pura malvagità". Trump ha detto che mercoledì visiterà Las Vegas e ordinato che vengano issate le bandiere a mezz'asta fuori dagli edifici governativi.




Fonte: The Guardian
Foto: CBC News

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