Istanbul, giornalista saudita torturato e fatto a pezzi: si cerca corpo

Gli inquirenti turchi, dopo una ispezione di nove ore nel consolato e nella residenza del console, hanno esteso le ricerche del giornalista saudita Jamal Khashoggi nei dintorni di Yalova, cittadina sul Mar Marmara, dopo aver setacciato la Foresta di
Belgrado a Nord di Istanbul. Gli investigatori sembrano convinti che il commando abbia portato fuori dal consolato i pezzi del corpo e non li abbia sciolti nell'acido. Le ricerche si sono concentrate in una zona boschiva e in una fattoria, dove potrebbero essere stati occultati i resti del cadavere, e sono agevolate da campioni di dna prelevati nel consolato, probabilmente della vittima e di alcuni dei killer. I tecnici della polizia scientifica turca hanno ispezionato per circa tre ore il minivan nero in dotazione al consolato in cui il corpo di Khashoggi sarebbe stato trasportato alla vicina residenza del console dopo il probabile omicidio. Si tratta un Mercedes Vito con targa diplomatica. Il mezzo sarebbe giunto nella residenza del console alle 15:09 del 2 ottobre, cioè poco meno di due ore dopo l'ingresso del reporter in consolato. Nel mirino delle indagini turche ci sono anche altri veicoli della missione diplomatica. Intanto gli investigatori hanno identificato tutti i 15 agenti del commando e confermato la presenza di molti uomini dell'entourage di Mohammed bin Salman, compreso Maher Abdulaziz Mutreb, già diplomatico all'ambasciata di Londra, ripreso da una telecamera di sorveglianza all'ingresso il giorno della scomparsa di Khashoggi. Un'altra figura chiave sembra essere Meshal Saad Albostani, tenente dell'aviazione saudita, morto in un incidente stradale sospetto al ritorno a Riad. Secondo una fonte delle forze di sicurezza turche, la stanza nel consolato saudita dove Khashoggi sarebbe stato torturato e fatto a pezzi era stata allestita in anticipo. Il giornalista sarebbe stato aggredito subito dopo aver messo piede nell'ufficio del console. A fare a pezzi il corpo mentre il reporter era ancora vivo, continua la fonte, sarebbe stato il capo dell'unità forense giunta dalla capitale saudita, il medico Salah al-Tubaigy.



Fonte: ANSA
Foto: DHA

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