Ragusa, migranti stipati su barcone in difficoltà: 264 salvati al porto

Sono sbarcati tutti i 264 migranti  (e non 236 come trapelato in un primo momento) giunti sabato sera a Pozzallo, in provincia di Ragusa. A fare accelerare le procedure hanno contribuito anche motivi di sicurezza per le cattive condizioni del barcone sul
quale si trovavano gli immigrati. A bordo, fa sapere il Viminale, 184 uomini, 43 donne e 37 minorenni, dei quali 5 neonati. L'imbarcazione è stata trainata da un peschereccio fino al porto. Sul posto sono intervenuti Carabinieri, Polizia e Capitaneria di porto. Accertamenti sono in corso: sarebbero quasi tutti eritrei. Le persone sono state rifocillate e visitate dal personale medico e saranno ora spostate in diversi centri di accoglienza. Individuati gli scafisti, si tratta di un libico e di un tunisino. I migranti sbarcati la notte scorsa a "Pozzallo sono 264 persone partite da Misurata (Libia) il 22/11", compresa "una bimba di 15 giorni nata in un hangar senza assistenza medica" e anche "233 eritrei" che "per 1-2 anni" sono stati tenuti "nelle prigioni dei trafficanti" sono "sopravvissuti a torture, abusi, malnutrizione" con un "riscatto pagato più volte". Lo scrive Unchr Italia sul proprio profilo Twitter. Sono stati, ricostruisce l'agenzia Onu per i rifugiati,  su "barchino traballante" in "mare per 3 giorni, senza cibo e acqua". "Loro sono miracolosamente vivi a Pozzallo - sottolinea Unchr Italia - Altri invece, scomparsi in queste stesse ore. Il soccorso in mare è fondamentale, assieme a un meccanismo sicuro e prevedibile di approdo". Le operazioni di sbarco dal motopesca, che ha rischiato di affondare a pochi metri dalla banchina, si sono concluse nella notte. Per il Viminale il barcone è stato "abbandonato" dalle autorità maltesi. Non è la prima volta che l'Italia punta il dito contro Malta. La gestione dei migranti nel Mar Mediterraneo ha più volte portato allo scontro Roma e La Valletta. E' il primo, imponente sbarco per numero di migranti che si registra in Sicilia dalla scorsa estate. Da un paio di giorni nel Mediterraneo centrale sono tornate le navi delle Ong: la Open Arms, la Sea Watch3 e la Mare Ionio del progetto Mediterranea.



Fonte: RaiNews24
Foto: EuroNews

Nessun commento:

Posta un commento