Palermo, confisca di beni per 1,5 mld a imprenditore vicino a mafia

La Direzione investigativa antimafia di Palermo ha eseguito un decreto di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione misure di prevenzione - su proposta del Direttore nazionale della Dia, nei confronti degli eredi del noto imprenditore Carmelo
Patti, originario di Castelvetrano (Tp) già proprietario della ex Valtur (ora in amministrazione straordinaria), deceduto il 25 gennaio 2016. Il procedimento in argomento - di sicuro uno dei più rilevanti nella storia giudiziaria italiana - ha riguardato un patrimonio stimato, per ora, prudenzialmente in oltre 1,5 miliardi di euro e disvelato interessi economici riferibili alla "famiglia mafiosa di Castelvetrano", guidata dal latitante Matteo Messina Denaro. Tra i beni confiscati in Sicilia e Lombardia vi sono resort turistici, beni della vecchia Valtur, un'imbarcazione di 21 metri, appezzamenti di terreno, immobili e 25 società. Carmelo Patti è deceduto nel corso del procedimento a 82 anni a Robbio, in provincia di Pavia, dove dagli anni '60 si era trasferito, in precarie condizioni economiche, senza mai allentare i contatti con gli esponenti della cosca mafiosa del suo paese, questo secondo le indagini della Dia, condotte in particolare dagli investigatori della sezione di Trapani. Fondò la "Cablelettra" poi trasferita nell'ex stabilimento Philco, acquistato negli anni Settanta. Il cavaliere nel 2000 venne indagato per mafia dalla Dda palermitana, dopo la trasmissione degli atti dalla procura di Marsala che lo indagava per falso in bilancio. Patti veniva accusato di rapporti con i Messina Denaro, padre Francesco e il figlio Matteo, i boss di Castelvetrano. L'inchiesta e il sequestro di cinque miliardi portò all'amministrazione giudiziaria e alla crisi della Valtur, al fallimento e alla vendita del marchio. M i processi che Patti dovette affrontare per evasione fiscale, fatture false e altri reati tributari da cui venne assolto. Tra i suoi accusatori vi è l'ex mafioso diventato collaboratore Angelo Siino, ma persone vicine all'imprenditore sostengono che dietro ci fossero contrasti tra Patti e la cognata del pentito, proprietaria della distilleria di Partinico.






Fonte: DIA
Via: RaiNews24

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