E' scattato il sequestro della Mare Jonio ferma da due giorni al largo di Lampedusa e i 48 migranti a bordo sono sbarcati. Si tratta di africani provenienti da Senegal, Nigeria, Gambia, Camerun, Guinea e Benin. Intanto, la Procura di Agrigento ha iscritto nel
registro degli indagati, con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, il comandante della nave Sea Watch 3. Al comandante è contestato, oltre a quest'ultimo, il reato di rifiuto di obbedienza a nave da guerra previsto dall'articolo 1099 del codice della navigazione. Il provvedimento è stato notificato dalla Guardia di finanza nel momento del sequestro probatorio della nave della Ong. Il comandante è il primo indagato dell'inchiesta che era stata aperta, in un primo momento, contro ignoti. Lo stesso sarà presto interrogato dai magistrati della Procura di Agrigento. A parte il comandante, sono stati sentiti anche il primo ufficiale e due ospiti della Jonio: un video-maker e un cronista di Repubblica, ai quali i finanzieri hanno chiesto i filmati girati nel momento del salvataggio in mare. Agenti della Squadra mobile di Agrigento, invece, hanno cominciato a raccogliere le testimonianze dei migranti che si trovano nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola. A sbloccare la situazione della Sea Watch è stata l'ultima comunicazione del comandante, che a Guardia Costiera e Gdf ha fatto sapere che se entro le 21 non avesse ottenuto l'autorizzazione allo sbarco, avrebbe tolto l'ancora e sarebbe entrato in porto di sua iniziativa. Una conclusione che al Viminale non è piaciuta affatto tanto che, è la convinzione, l'intervento della Guardia di Finanza sarebbe stato fatto d'intesa con i pm proprio per "tenere fuori" il ministero e aggirare il divieto di approdo del medesimo.
registro degli indagati, con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, il comandante della nave Sea Watch 3. Al comandante è contestato, oltre a quest'ultimo, il reato di rifiuto di obbedienza a nave da guerra previsto dall'articolo 1099 del codice della navigazione. Il provvedimento è stato notificato dalla Guardia di finanza nel momento del sequestro probatorio della nave della Ong. Il comandante è il primo indagato dell'inchiesta che era stata aperta, in un primo momento, contro ignoti. Lo stesso sarà presto interrogato dai magistrati della Procura di Agrigento. A parte il comandante, sono stati sentiti anche il primo ufficiale e due ospiti della Jonio: un video-maker e un cronista di Repubblica, ai quali i finanzieri hanno chiesto i filmati girati nel momento del salvataggio in mare. Agenti della Squadra mobile di Agrigento, invece, hanno cominciato a raccogliere le testimonianze dei migranti che si trovano nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola. A sbloccare la situazione della Sea Watch è stata l'ultima comunicazione del comandante, che a Guardia Costiera e Gdf ha fatto sapere che se entro le 21 non avesse ottenuto l'autorizzazione allo sbarco, avrebbe tolto l'ancora e sarebbe entrato in porto di sua iniziativa. Una conclusione che al Viminale non è piaciuta affatto tanto che, è la convinzione, l'intervento della Guardia di Finanza sarebbe stato fatto d'intesa con i pm proprio per "tenere fuori" il ministero e aggirare il divieto di approdo del medesimo.
Fonte: SkyTg24
Via: RaiNews24
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