E' approdata al porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, la nave mercantile "Asso 30" con 151 migranti a bordo. Sono 134 uomini, 13 donne e 4 minori. Prima delle operazioni di sbarco, che si sono ultimate, sono saliti a bordo, medici, operatori e forze
dell'ordine. Una donna in stato di gravidanza e un uomo con problemi di salute sono stati trasportati in ospedale per controlli. La Asso 30, imbarcazione battente bandiera italiana che opera a supporto delle piattaforme petrolifere nel Mediterraneo, aveva soccorso i migranti sabato nelle acque davanti alla Libia. L'ispezione sanitaria condotta dal medico marittimo a bordo dell'Asso 30 sui migranti sbarcati ha permesso di verificare che la maggioranza era affetta da scabbia, mentre, una donna in gravidanza è stata trasferita in ospedale. Mentre è approdata questa mattina al porto di Taranto la nave "Alan Kurdi" della Ong tedesca Sea-Eye. Sono 5 i minori non accompagnati identificati al momento tra gli 88 migranti sbarcati. Le operazioni di sbarco sono state coordinate dalla Prefettura. Hanno operato anche gli agenti della Polizia di Stato, della Municipale, il 118, la Croce Rossa e l'associazione onlus "Noi e Voi" che si occupa dell'accoglienza all'hotspot di Taranto. Dalla nave sono scesi in prevalenza uomini sub sahariani ma anche alcune donne. Al momento non è nota la loro provenienza o etnia. Questo è il secondo sbarco al porto di Taranto dopo quello del 16 ottobre quando a bordo della Ocean Viking arrivarono 176 migranti. Da quanto emerso nei giorni scorsi Germania e Francia accoglieranno 60 migranti, il Portogallo 5 e l'Irlanda 2. Intanto, il governo italiano, con una nota verbale inviata al governo di Tripoli attraverso l'ambasciata libica a Roma, ha chiesto la convocazione della commissione italo-libica prevista dall'articolo 3 del memorandum d'intesa con la Libia sul contrasto all'immigrazione illegale. In occasione della riunione della commissione, che dovrebbe avvenire al più presto, verrà chiesto di permettere all'Unhcr e all'Oim una maggiore vigilanza sui centri per i migranti in Libia per garantire un migliore rispetto dei diritti umani.
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