Caserta: scacco all’ecomafia, la Guardia di Finanza arresta 22 allevatori

La Guardia di finanza arresta in provincia di Caserta 22 allevatori di bufale, sequestra 25 aziende e accusa quattro dirigenti degli impianti di depurazione di Villa Literno. Intere bufale, carcasse di furgoni, scarti industriali, scorie di altoforni, solventi che
galleggiano in riva al mare del litorale tirrenico, tra lo foce del fiume Volturno e Lago Patria. Con un video shock della Guardia di Finanza di Caserta si è aperta venerdi mattina presso la Procura Generale di Napoli la conferenza stampa dell’operazione “Acque chiare” della Procura di Santa Maria Capua Vetere e della Procura di Nola che ha portato all’arresto di 22 allevatori bufalini, il sequestro di 25 fattorie aziende e la sospensione con una interdittiva di quattro dirigenti degli impianti di depurazione di Villa Literno, Marcianise, Orta di Atella e Marigliano di proprietà della Regione Campania. Le accuse sono gravissime: disastro ambientale, avvelenamento delle acque, truffa aggravata, danneggiamento di acque ed edifici pubblici, gestione illecita dei rifiuti, immissione di rifiuti in acque superficiali ed abbandono sul suolo, interruzione di pubblico servizio, distruzione e deturpamento, scempio paesaggistico ambientale, omissione d’atti d’ufficio, falsità in atti commessa anche da pubblici ufficiali. Disperse in maniera illegale su suolo agricolo tonnellate di deiezioni di animali, solventi, scarti industriali che hanno inquinato in maniera quasi irreparabile la falda acquifera superficiale e profonda dell’area del nolano e del casertano. Acqua per di più utilizzata per l’irrigazione dei campi e abbeveraggio degli animali. Censite circa 250 aziende zootecniche concentrate nel territorio dei “Mazzoni” che hanno utilizzato la rete pubblica dei canali che confluisce nei Regi Lagni, come un collettore dei veleni prodotti da centinaia di migliaia di capi bufalini. E i depuratori che dovevano garantire la purezza delle acque non funzionavano. «La rete dei depuratori - ha denunciato il procuratore Donato Ceglie, titolare dell’inchiesta insieme al procuratore capo Paolo Mancuso - invece di contribuire alla bonifica delle acque diventava funzionale ad un peggioramento sistematico delle stesse». Paradossalmente era meglio che non funzionassero.

Fonte: Terra News

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