Padova, 6 apr. (Corriere del Veneto) - Svenuto nella cella di sicurezza, con la testa sanguinante, tagli sulle braccia ammanettate dietro la schiena. All’arrivo dei medici del 118 sarebbe potuto sembrare un caso di pestaggio di un arrestato. Ed invece quei tagli e quelle ferite alla testa se le era procurate lui. E solo l’accortezza di un agente della polizia municipale che ha filmato tutto ha evitato che a passare dalla parte sbagliata della legge fossero gli agenti di polizia, come spesso accade, con denunce da parte dei fermati che sono all’ordine del giorno anche a Padova. La scena minuto per minuto di uno di questi casi, è online sul sito www.youreporter. it, ed inizia all’esterno del posto di polizia di via Avanzo. Sul retro del presidio di vigili e poliziotti all’Arcella lato stazione un tunisino, regolare, fermato per un semplice controllo, da in escandescenze. Si denuda, si ferisce con la fibbia della cintura e poi chiama la questura denunciando gli agenti, che secondo il suo racconto, l’avrebbero picchiato a sangue. I vigili cercano di tranquillizzarlo, ma avvicinarsi al tunisino non è facile: urla e minaccia, cercando anche di sradicare un paletto verde della segnaletica stradale per brandirlo contro gli agenti della polizia municipale. Dopo un paio di minuti il nordafricano è in cella di sicurezza, ammanettato con i polsi dietro la schiena, scalzo. Urla ed impreca contro quelli che lui vede come dei semplici «aguzzini». Mena pedate fortissime contro la porta della cella di sicurezza, poi prende la rincorsa e tira tre testate contro l’oblò che permette agli agenti di controllare cosa succede dentro la camera di contenzione. Alla terza testata il tunisino barcolla, crollando a terra svenuto per il fortissimo trauma cranico. «Contro episodi di violenza ed autolesionismo da un pezzo anche in Italia polizia e carabinieri hanno iniziato a filmare gli arrestati - spiega Paolo Manfrin, sindacalista della Uil - Ftl - come da anni fanno i ranger negli Stati uniti. Credo che filmati come questo diano la misura di quanto sia difficile il lavoro dei vigili e dei poliziotti del commissariato Stanga e di come i tunisini in particolare, cerchino in tutti i modi di ferirsi per manifestare il loro disappunto contro le forze dell’ordine e per poi pietire il giudice di turno in sede di convalida dell’arresto. Credo che a tutela di tutti, operatori di polizia ed arrestati, sarebbe utile mettere delle telecamere di sorveglianza all’interno delle celle di sicurezza. Se il tunisino ripreso dal video fosse morto in seguito alle testate contro l’oblò, in assenza di filmati, chi avrebbe creduto alla versione della polizia municipale? Si sarebbero accese polemiche strazianti anche a Padova come è avvenuto in altre città: un filmato automatico dei fermati nelle celle di sicurezza servirebbe proprio a rendere più sicuro il posto di polizia, innanzitutto proprio per gli agenti che vi lavorano ».
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