L'Aquila, 8 mag. (Il Centro) - «Mi hanno violentata». Ha 20 anni ed è sconvolta, quando si presenta al pronto soccorso dell’ospedale «San Salvatore». Il suo racconto è all’esame dei carabinieri che indagano sul misterioso episodio di giovedì sera a Paganica. C’è una ragazza che riferisce di essere stata prima stordita e poi violentata, forse da più persone. Ci sono i primi riscontri clinici che confermerebbero i segni di rapporti sessuali. C’è una macchina, che appartiene alla ragazza, da dove vengono prelevati campioni da inviare al Ris. Ci sono le indagini dei carabinieri. Ma non ci sono, al momento, né riscontri né sospettati né fermati. La ragazza, che ha confidato il suo dramma prima alla sorella, avvisata via telefono, e poi a un carabiniere-donna, è profondamente sconvolta. Durante il suo racconto avrebbe riferito di essere uscita dal lavoro, giovedì sera, e di essersi avviata in macchina per tornare a casa attraversando la città dalla periferia Ovest a quella Est. Nel corso del tragitto, a metà strada tra Paganica e San Gregorio, la ragazza avrebbe riferito di essere stata costretta, non si sa se con uno stratagemma, a fermarsi. È probabile che abbia trovato delle persone ferme che le avrebbero chiesto aiuto. Qui il racconto diventa meno dettagliato. Infatti, a questo punto, la giovane sarebbe stata prima stordita (non si sa se per effetto di un narcotico oppure di percosse) e poi aggredita da una o più persone che sarebbero salite a bordo dell’auto dove sarebbe, poi, avvenuta l’asserita violenza sessuale.
Fonte: Il Centro
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