Delitti passionali e suicidi per amore, ricerche: aumentano in Italia

I delitti passionali corrispondono oggi al numero maggiore dei crimini omicidiari commessi in Italia; diverse ricerche hanno tentato di analizzare e conseguentemente comprendere il movente di quest’azione omicidiaria e la personalità dell’autore
di reato. Ad esempio l’Eurispes ha riscontrato una maggiore prevalenza maschile nella commissione dell’atto, con un’età compresa tra i 31 ed i 51 anni. Un dato anch’esso molto importante, è quello evidenziato dall’Eures (2001) che afferma come la principale vittima di omicidio sia il coniuge (27%), seguito dall’ex-partner (9%). Sebbene anche in questa ricerca si evidenzi una maggiore prevalenza vittimologica femminile, esistono tipologie di vittime in cui prevale il sesso maschile, primo fra tutti il rivale. A fronte di queste statistiche e delle ricerche portate avanti da diversi studiosi di delitto passionale, è importante ricordare che non esiste una tipologia assoluta dell’autore di reato e che quindi, sebbene sia possibile individuare delle linee comuni, bisognerebbe considerare la storia personale in ogni situazione delittuosa che a noi si presenta. Una importante differenza è quella tra delitto emotivo e delitto passionale. Tale distinzione rappresenta poi quella proposta generalmente dai mass media tra delitto passionale e raptus, che porta a compiere gesti irrefrenabili. Entrambi i delitti possono avere come movente l’amore, ma ciò che li distingue è l’incontrollabile impulsività e la non premeditazione nel delitto emotivo. Cosa spinge un individuo a compiere un delitto passionale? Sembra che la gelosia sia la motivazione più frequente. Da un punto di vista etimologico, questa parola proviene dal latino "zelus" e significa zelo, cura scrupolosa. Nell'accezione più comune la gelosia è però uno stato d'animo forte di una persona che dubita della fedeltà e dell'amore del partner o di una persona cara. Esistono comunque diversi livelli di gelosia: 1. desiderio di tenere a sé la persona amata; 2. gelosia che porta a continue verifiche sulla vita del partner; 3. gelosia ossessiva: proiezione della propria infedeltà o insicurezza sull’altro; 4. gelosia delirante. La gelosia di per sé quindi, non è patologica, ma può diventarlo, se espressa e percepita nella sua forma più estrema, trasformandosi in gelosia ossessiva o delirante. Il delirio di gelosia, come riportato dal DSM IV TR, consiste nella convinzione di essere traditi dal proprio partner distinguendosi in tal modo dalla gelosia caratterizzata dal timore di tradimento, ma non dalla certezza che esso si sia consumato. La fine di un rapporto può essere in queste persone legato anche all’incapacità di sopportare la separazione. Un secondo movente, a parte la gelosia, sembra essere la fine di una storia d’amore. A questo riguardo, è interessante notare come a livello biochimico, durante l’innamoramento si abbia un aumento della produzione di endorfine e feniletilamina, con conseguente senso di benessere ed euforia, mentre quando la relazione finisce, si abbia un crollo di queste sostanze, con conseguente ansia, apatia, senso di frustrazione ed irritabilità. La fine di un rapporto va a coincidere con un senso di fallimento interno e di ingiustizia subita, la cui unica reazione emotiva risulta essere spesso la rabbia o la disperazione. Un terzo movente del delitto passionale è l’amore respinto. Si può trattare quindi di un ex partner che ha tentato invano di ricongiungersi alla persona amata o semplicemente di un individuo innamorato di un altro. In questo senso, uccidere l’oggetto d’amore significa riuscire finalmente a possedere quella persona che fino ad allora ci aveva rifiutati. Diverse ricerche hanno mostrato come in questo caso può non esserci rimorso perché il delitto è ritenuto logica conseguenza di ripetuti rifiuti subiti. Un quarto movente è il delitto d’onore. Si parla in questo caso di “Sindrome di Otello”, facendo riferimento al protagonista dell’omonima tragedia shakespeariana. In questi casi, in realtà, non si tratta di vero e proprio delitto passionale in quanto l’omicidio viene attuato per salvaguardare il proprio onore. Sebbene sia sparito dal codice penale (è stato abolito nel 1981 l’articolo 587 che prevedeva una pena ridotta di 3 o 7 anni di reclusione), il delitto d’onore resiste in diversi paesi; si rivendica un tradimento, uccidendo e punendo la moglie o il rivale.


Fonte: Tarocchionline

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