Una sopravvissuta della crociera sulla nave 'Concordia', in stato di gravidanza, ha dovuto abortire dopo il naufragio e ha avviato una causa di risarcimento con la quale chiede 1 milione di euro di danni alla compagnia Costa. I ginecologi dell’ospedale le hanno spiegato che il distaccamento del feto dall’utero e il conseguente aborto è stato determinato dallo stress subito. Tra l’altro la scialuppa sulla quale la donna è stata tratta in salvo è anche andata a sbattere contro gli scogli. La protagonista della storia è C. M., trentenne milanese, impiegata in una azienda privata capitolina da qualche mese, al quinto mese di gravidanza, aveva deciso di fare la crociera con il compagno Augusto, commercialista romano quarantenne. Entrambi sono scampati al naufragio nella terribile notte del Giglio. La giovane donna ha contattato i legali di famiglia, Avv.Cristiano D'Aveta, Marco Angelozzi e Giacinto Canzona , raccontando l'accaduto e dando mandato agli stessi di richiedere alla Costa Crociere il risarcimento dei danni morali, materiali e biologici subiti per un ammontare di circa un milione di euro. I legali che chiederanno alla Compagnia di navigazione il risarcimento di tutti i danni tramite una class action.
Fonte: La Stampa
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