"Giovanni Falcone e Paolo Borsellino quando erano in vita furono spesso delegittimati sia all'interno del Palazzo di giustizia sia all'esterno, salvo poi essere beatificati da chi concorse al loro isolamento". E' la denuncia del pm della Dda di Palermo Gaetano Paci durante la manifestazione 'Senza tempo', organizzata dal Procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci e dal Progetto Legalità per ricordare i vent'anni delle stragi mafiose. Paolo Borsellino non si separava mai dalla sua agenda rossa, la stessa che il giorno della strage di via D'Amelio sparì dalla borsa del magistrato e che è oggetto di tanti misteri ancora irrisolti. La conferma in aula arriva dal magistrato Diego Cavaliero, amico fraterno del giudice ucciso da Cosa nostra 20 anni fa. Cavaliero, sentito al processo Mori, ha raccontato un aneddoto che risale all'11 luglio 1992, pochi giorni prima di morire. Borsellino era in Campania per battezzare il figlio dell'amico pm. "Ricordo che andammo da mia madre a Salerno - dice Cavaliero -andando via si rese conto di non avere la sua agenda rossa con se. Ricordo che mi fece smontare completamente la mia Peugeot. Solo dopo si rese conto di averla dimenticata in albergo".
Fonte: Adnkronos
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