E' stato condannato a trent'anni di reclusione, con il rito abbreviato, Patrizio Franceschelli, il 22enne che il 4 febbraio scorso ha gettato il proprio bimbo di 16 mesi, Claudio, nel Tevere all'altezza di Ponte Mazzini a Roma. Il gup Adele Rando ha accolto la richiesta del pm, Attilio Pisani, condannando Patrizio Franceschelli a trent'anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. La sentenza è stata accolta con un applauso dai familiari e dall'associazione "Gli amici di Claudio" che attendevano all'esterno dell'aula del gup. Il Tribunale nella scorsa udienza non aveva riconosciuto all'imputato le aggravanti dei futili motivi e dell'efferatezza. L'episodio avvenne la mattina del 4 febbraio quando Patrizio Franceschelli portò via il figlio Claudio dall'abitazione della nonna materna in via Orti della Farnesina. Il piccolo venne poi lanciato da Ponte Mazzini nelle acque del Tevere. Il corpo del piccolo riaffiorò solo a marzo a Fiumicino.. "E' stata una grande vittoria. Il giudice ha riconosciuto che l'imputato ha agito per motivi abietti e futili e per crudeltà". E' il commento che Germano Paolini, legale della mamma del piccolo Claudio, ha rilasciato dopo la sentenza. "Sono state accolte le richieste del pm Attilio Pisani - ha spiegato il penalista - e sono state rigettate le richieste di ulteriori perizie psichiatriche".
Fonte: AGI
Via: TG Com
Foto da video: Meridiana Notizie
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