Beni per 1,3 miliardi di euro sono stati confiscati dalla Dia a un soggetto ritenuto contiguo a Cosa nostra. I beni, che erano stati precendemente sequestrati, passano ora definitivamente allo Stato. Secondo la Dia, si tratta della confisca di importo più elevato in assoluto mai
eseguita in Italia nei confronti di un unica persona, proprietaria di 43 società nel settore dell'eolico e del fotovoltaico. La confisca ha colpito Vito Nicastri, 57 anni, imprenditore di Alcamo (Trapani), attivo nel settore dell'energia rinnovabile. All'uomo è stata imposta la sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di soggiorno ad Alcamo. Il Tribunale di Trapani ha disposto la confisca della totalità delle quote sociali e dei beni aziendali delle società, nonchè dei beni mobili, immobili e delle disponibilità bancarie riconducibili a Nicastri ed al suo nucleo familiare. Secondo le indagini condotte dalla Dia di Palermo, guidata dal colonnello Giuseppe D'Agata, Nicastri sarebbe stato vicino a Cosa nostra, in particolare al boss latitante Matteo Messina Denaro nel trapanese e a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, entrambi in carcere, nel palermitano. La confisca record dei beni a Nicastri si aggiunge agli ultimi sequestri operati dalla Dia nel territorio trapanese, che stanno notevolmente impoverendo il potere economico del capomafia latitante.
Fonte: AGI
Via: Adnkronos
eseguita in Italia nei confronti di un unica persona, proprietaria di 43 società nel settore dell'eolico e del fotovoltaico. La confisca ha colpito Vito Nicastri, 57 anni, imprenditore di Alcamo (Trapani), attivo nel settore dell'energia rinnovabile. All'uomo è stata imposta la sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di soggiorno ad Alcamo. Il Tribunale di Trapani ha disposto la confisca della totalità delle quote sociali e dei beni aziendali delle società, nonchè dei beni mobili, immobili e delle disponibilità bancarie riconducibili a Nicastri ed al suo nucleo familiare. Secondo le indagini condotte dalla Dia di Palermo, guidata dal colonnello Giuseppe D'Agata, Nicastri sarebbe stato vicino a Cosa nostra, in particolare al boss latitante Matteo Messina Denaro nel trapanese e a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, entrambi in carcere, nel palermitano. La confisca record dei beni a Nicastri si aggiunge agli ultimi sequestri operati dalla Dia nel territorio trapanese, che stanno notevolmente impoverendo il potere economico del capomafia latitante.
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