"Uno spaccato inquietante", quello emerso dall'indagine della Procura di Torino su Fonsai, per usare le parole del procuratore aggiunto Vittorio Nessi, la cui inchiesta ha portato nei giorni scorsi all'arresto di quasi tutta la famiglia Ligresti. Salvatore Ligresti, l'ingegnere di Paternò torna agli arresti, questa volta domiciliari, a 20 anni da Tangentopoli, mentre le figlie Giulia e Jonella sono state tradotte in carcere. Latitante invece, a quanto si apprende in Svizzera, il terzo figlio del patron di Fonsai, Paolo. Le custodie cautelari spiccate mercoledì hanno riguardato tuttavia sette persone in tutto e quindi anche i top manager del gruppo: l'ex a.d., timoniere di lungo corso della compagnia assicurativa, Fausto Marchionni, agli arresti domiciliari in un'abitazione nel Cuneese, il suo successore Emanuele Erbetta, in carcere a Novara e il vicepresidente e componente del comitato esecutivo Antonio Talarico, ai domiciliari. Le ipotesi di reato riguardano falso in bilancio, false comunicazioni sociali, aggravate dal danno creato a 12 mila piccoli azionisti, e aggiotaggio informativo. Al centro dell'indagine su Fonsai scattata nell'agosto 2012 e i suoi azionisti, l'occultamento di un buco da 600 milioni creato nella riserva sinistri che ha liberato liquidità e ha consentito la distribuzione di dividendi innanzituto ai soci di riferimento. Nel mirino della procura anche le operazioni immobiliari infragruppo.
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