C'e' anche il figlio del boss Salvatore Belforte e attuale reggente del clan di Marcianise, nel Casertano, tra i quattro destinatari di una misura cautelare del gip di Napoli eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta per associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione e vendita di armi e materiale esplodente, reati tutti aggravati dalla finalità di esser stati commessi al fine di agevolare l'organizzazione camorristica. L'operazione è uno sviluppo dell'indagine che ha già portato nei mesi scorsi all'emissione di provvedimenti cautelari, fra gli altri, per un imprenditore casertano collegato al sodalizio, un consigliere regionale, alcuni dirigenti dell'Asl di Caserta, e persone ritenute prestanome del gruppo camorristico Belforte, e al contestuale sequestro di beni mobili e immobili per un valore di circa 30 milioni di euro. Indagine tecnica, con servizi di osservazione e pedinamento, ma anche con l'acquisizione di riscontri ad alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Le indagini hanno permesso di chiarire i ruoli, all'interno dell'organizzazione camorristica, delle persone colpite da misura cautelare. Il figlio del boss per la prima volta viene colpito da misura cautelare in carcere per il reato di cui all'art. 416 bis. Il 7 giugno scorso, nell'ambiti dell'inchiesta, sequestrato un arsenale composto da 10 pistole, una pistola mitragliatrice e anche una bomba a mano modello "ananas".
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