Una vera e propria banca clandestina per gestire gli affari della 'ndrangheta nel nord italia è la struttura scoperta dalla polizia di Milano. Giuseppe Pensabene, il presunto capo del clan smantellato dalla Dda, insieme il suo gruppo criminale ha operato come una banca, gestendo flussi di denaro liquido ingentissimi di provenienza delittuosa, e investendolo in operazioni finanziarie e speculazioni immobiliare illecite. L'organizzazione muoveva centinaia e centinaia di milioni di euro ed era capace anche di riciclare con il denaro di imprenditori che volevano evadere il fisco, di prestare soldi con tassi da usura e di reinvestire il tutto in aziende sane. Scoperte anche numerose infiltrazioni nella pubblica amministrazione e in aziende della brianza. Alcuni dei 40 arrestati chiamavano Pensabene "papa" o "sovrano" per sottolinearne il carisma criminale. Per tutti gli arrestati per i reati contestati sono di associazione mafiosa, riciclaggio, usura, estorsione, corruzione ed esercizio abusivo del credito. Secondo gli investigatori, inoltre, i membri dell'organizzazione avevano anche disposto una raccolta di denaro per sostenere i familiari di 'ndranghetisti detenuti. Giuseppe Pensabene, il presunto capo del clan della 'ndrangheta, era "una sorta di 'Banca di Italia'". Lo scrive il gip di Milano nell'ordinanza cautelare riportando le parole di uno degli arrestati che così descrive in un'intercettazione il presunto boss.
Fonte: Polizia di Stato
Via: ANSA
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