"Non ho coltivato la rabbia, un rancore, io cerco di guardare al positivo, insomma. Di essere ottimista perché comunque questa esperienza, l'ustione, essere ustionata mi ha insegnato ad essere molto ottimista nella vita e a cogliere il bello. Perché
quando ti tolgono tutto, rischi di perdere tutto, la vita ha un sapore diverso". Le cicatrici sul volto raccontano di lei, del suo grande dolore, ma anche dell'enorme dignità di questa giovane donna a cui l'uomo che diceva di amarla le ha fatto sfregiare il volto con l'acido. Eppure Lucia Annibali non prova rancore, neppure odio per chi voleva spegnerle il sorriso, la voglia di vivere. Quando esce dall'aula del Tribunale di Pesaro, dopo la lettura del dispositivo della sentenza di primo grado che ha condannato a vent'anni di reclusione l'ex fidanzato, Luca Varani, il massimo della pena consentita con il rito abbreviato, e a 14 i due albanesi esecutori materiali dell'aggressione, è visibilmente provata ma soddisfatta. "Naturalmente non c'è niente che potrà ripagarmi, nemmeno la mia famiglia e tutte le persone che mi vogliono bene, di questo enorme dolore che abbiamo vissuto e che ancora viviamo. E quindi come ho già detto, l'importante è che viva bene io, la mia vita e questa nuova esistenza. Questa la cosa più importante". Con la sentenza l'avvocatessa di Pesaro ha messo un primo punto al calvario, iniziato il 16 aprile scorso [...]
quando ti tolgono tutto, rischi di perdere tutto, la vita ha un sapore diverso". Le cicatrici sul volto raccontano di lei, del suo grande dolore, ma anche dell'enorme dignità di questa giovane donna a cui l'uomo che diceva di amarla le ha fatto sfregiare il volto con l'acido. Eppure Lucia Annibali non prova rancore, neppure odio per chi voleva spegnerle il sorriso, la voglia di vivere. Quando esce dall'aula del Tribunale di Pesaro, dopo la lettura del dispositivo della sentenza di primo grado che ha condannato a vent'anni di reclusione l'ex fidanzato, Luca Varani, il massimo della pena consentita con il rito abbreviato, e a 14 i due albanesi esecutori materiali dell'aggressione, è visibilmente provata ma soddisfatta. "Naturalmente non c'è niente che potrà ripagarmi, nemmeno la mia famiglia e tutte le persone che mi vogliono bene, di questo enorme dolore che abbiamo vissuto e che ancora viviamo. E quindi come ho già detto, l'importante è che viva bene io, la mia vita e questa nuova esistenza. Questa la cosa più importante". Con la sentenza l'avvocatessa di Pesaro ha messo un primo punto al calvario, iniziato il 16 aprile scorso [...]
Fonte: SkyTg24
Servizio di Alessandra Del Mondo
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