Mentre si stanno oramai perdendo le speranze di trovare altri superstiti del traghetto sudcoreano Sewol, affondato mercoledì scorso al largo dell'isola di Jeju, l'attenzione dei media locali è sempre più buttata sulle circostanze ancora non chiarite di quella che oramai molti chiamano la "Concordia coreana". Una tragedia che potrebbe alla fine contare oltre trecento vittime, in gran parte studenti medi in gita scolastica e che ieri ha registrato un nuovo drammatico episodio: il suicidio del giovane vicepreside della scuola che accompagnava i ragazzi che era stato tratto in salvo dai soccoritori. "Non ce la faccio a sopravvivere", ha lasciato scritto in un biglietto, "voglio raggiungere i miei ragazzi". La polizia di Jeju nel frattempo ha arrestato ieri tre membri dell'equipaggio, tra cui il comandante Lee Jun-Seok, che sembra abbia abbandonato la nave con la prima scialuppa e che continua, secondo quanto riferito dalle autorità inquirenti, ancora in stato di shock. Nessun provvedimento restrittivo per ora nei confronti del terzo ufficiale, una giovane donna di 26 anni, con appena un anno di esperienza, che secondo le ricostruzioni di alcuni media locali sarebbe stata al timone al momento dell'incidente. Continuano, nel frattempo, in condizioni meteorologiche a volte difficili i disperati tentativi di accedere all'interno della nave, fin'ora peraltro falliti [...]
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