L'accusa per i due stilisti è omessa dichiarazione dei redditi sull'imponibile di circa 200 milioni di euro. La Corte d'Appello di Milano ha ridotto di due mesi la condanna inflitta nel processo di primo grado, ma ha ritenuto Domenico Dolce e Stefano Gabbana di aver evitato il pagamento delle tasse con un'operazione si chiama in gergo di "esterovestizione". Gli stilisti avrebbero insomma ceduto i marchi D&G e Dolce & Gabbana a una società creata nel 2004 in Lussemburgo proprio allo scopo di evitare il fisco italiano, notoriamente salato. L'assoluzione per i due stilisti sembrava a portata di mano dopo che lo stesso sostituto procuratore generale Gaetano Santamaria Amato, durante la requisitoria qualche settimana fa, in verità non senza suscitare un certo scalpore, aveva parlato d'un operazione perfettamente lecita e aveva chiesto perciò di non condannare. Significativa la reazione dello stesso difensore degli stilisti: "Sono veramente alibito da questa sentenza che non mi sembra giusta e sarà sicuramente riformata dalla Cassazione, perchè non ci sono gli elementi, il fatto non sussiste". Insieme a Dolce e Gabbana sono stati condannati tre amministratori e funzionari dell'azienda lussemburghese, uno dei quali Alfonso Dolce fratello dello stilista, e il commercialista e consulente Luciano Patelli. "Come tutte le decisioni giudiziali va rispettata e, naturalmente (...)".
Fonte: SkyTG24
Servizio di Gi Casillo
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