Era il 23 maggio del 1992 quando a Capaci 400 chili di tritolo uccisero il giudice Falcone, la moglie e tre agenti della scorta. 22 anni dopo quella strage il presidente del Senato, Piero Grasso, è tornato a Palermo per mantenere viva la memoria di quell'attentato mafioso che ancora scuote il Paese. All'incontro a Palazzo dei Normanni hanno partecipato gli studenti siciliani, una risorsa per portare avanti la lotta alla mafia: "Noi pensiamo che questo sia il modo migliore per cercare di seminare in questi giovani valori importanti per rifondare la nostra società con una democrazia che venga dal basso". "Falcone e Borsellino erano dei fuoriclasse - ha aggiunto Grasso - creavano invidia tra i colleghi perché quando qualcuno eccelle in una comunità mette in risalto le mancanze di altri". Spontaneo il paragone della seconda carica dello Stato tra il Palazzo dei Veleni, come era stato definito allora il Tribunale di Palermo, e lo scontro interno alla Procura di Milano. "Queste dialettiche - ha concluso - ci sono sempre state e ci sono ancora oggi". All'iniziativa, organizzata dall'Assemblea regionale siciliana in collaborazione con l'Ansa e la Fondazione Federico II, sono intervenuti anche il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, e il direttore responsabile dell'Ansa, Luigi Contu. Nell'aula del parlamento siciliano 120 studenti delle scuole siciliane, seduti al posto dei deputati siciliani.
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