Non solo raid aerei contro lo Stato Islamico. Gli Stati Uniti potrebbero inviare consiglieri militari al fronte in Iraq, ma decidendo caso per caso. Lo ha affermato il capo di Stato Maggiore Martin Dempsey durante un'audizione al Senato statunitense. La Casa Bianca si è affrettata a
precisare, il generale si riferisce a uno scenario ipotetico. Il presidente statunitense Barack Obama esclude una missione di terra, più di due anni e mezzo dopo il ritiro dall'Iraq. "Ritengo che questa coalizione sia la soluzione appropriata e che resterà valida", ha detto Dempsey all'indomani della conferenza internazionale di Parigi. "Ma se ci saranno minacce per gli Stati Uniti, allora andrò dal presidente per consigliargli di includere forze militari terrestri". I raid statunitensi - oltre 160 finora - sono entrati in una nuova fase. Dopo aver colpito l'Isil nel nord dell'Iraq, per la prima volta è stata bombardata una base vicino Baghdad. Il segretario alla difesa statunitense ha promesso di colpire i santuari dell'Isil in Siria. "Non sarà facile e non sarà un impegno breve. E' una cosa complicata. Siamo in guerra contro lo Stato Islamico come lo siamo contro Al Qaeda. Ma per distruggere l'Isil non serve soltanto un intervento militare. Occorre un progresso politico nella regione e partner efficaci sul terreno, in Iraq e in Siria". E per la prima volta Iraq e Siria hanno discusso della cooperazione nella lotta contro il terrorismo.
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