Nessuna impresa locale aveva voluto abbattere la casa abusiva del clan Pesce di Rosarno realizzata in piena area archeologica. Ma alla fine quel lavoro, simbolo di legalità, lo ha fatto Gaetano Saffioti, l'imprenditore palmese che vive da 17 anni sotto scorta dopo aver
fatto arrestare con le sue denunce decine di 'ndranghetisti della Piana di Gioia Tauro. La casa, utilizzata per gli incontri tra boss, nel 2003 venne acquisita dal Comune e nel 2011 venne sgomberata. Nessuno, però, ha mai partecipato alle gare per la sua demolizione. Ora sarà l'impresa di Gaetano Saffioti ad eseguire i lavori. E' stato lui, infatti, il solo che ha risposto si al Prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino per la demolizione avviata lo scorso lunedì 15 settembre. L'immobile era di proprietà di Giuseppe Bonarrigo, di 78 anni, madre di Antonino, Vincenzo, Rocco, Savino e Giuseppe Pesce, quest'ultimo detenuto. Della casa e degli incontri tra boss che si svolgevano ha parlato anche Giuseppina Pesce, la figlia del boss Salvatore divenuta collaboratrice di giustizia. Duecentocinquanta metri su un solo piano, realizzata a metà degli anni '80 in piena zona archeologica, la casa era stata acquisita al patrimonio del Comune di Rosarno nel 2003 dal sindaco dell'epoca Giuseppe Lavorato. Per tutta risposta, alcune settimane dopo, la facciata del Comune fu raggiunta da decine di colpi di kalashnikov.
Fonte: Il Quotidiano Web
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