La Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato pietre preziose per un valore stimato in 129 milioni di euro nell'ambito di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ivrea, nei confronti di un'organizzazione criminale dedita al
contrabbando, riciclaggio, ricettazione e trasferimento fraudolento di valori all'estero. La Compagnia di Ivrea, a seguito della scoperta di ingenti esportazioni di rubini, smeraldi e zaffiri in territorio Svizzero operata da due soggetti italiani, ha intrapreso articolate indagini al fine di ricostruire la loro provenienza. Un primo lotto di preziosi esportati, per un valore stimato di circa 61 milioni di euro, non risultando legittimamente detenuto dai due soggetti, è stato sequestrato in territorio svizzero, con la collaborazione delle autorità doganali elvetiche. Il sodalizio criminale importava ingenti quantità di pietre preziose direttamente dai luoghi di estrazione, attraverso l'ausilio di soggetti asiatici, in violazione delle norme in materia doganale e, con l'ausilio di presunti broker e prestanome compiacenti, le depositavano presso istituti bancari esteri come garanzia per ottenere linee di credito. Le attività svolte dalle Fiamme Gialle hanno consentito di porre sotto sequestro ulteriori pietre preziose per un valore stimato, dalle certificazioni acquisite, di circa 68 milioni. Altre sei sono le persone finora indagate.
contrabbando, riciclaggio, ricettazione e trasferimento fraudolento di valori all'estero. La Compagnia di Ivrea, a seguito della scoperta di ingenti esportazioni di rubini, smeraldi e zaffiri in territorio Svizzero operata da due soggetti italiani, ha intrapreso articolate indagini al fine di ricostruire la loro provenienza. Un primo lotto di preziosi esportati, per un valore stimato di circa 61 milioni di euro, non risultando legittimamente detenuto dai due soggetti, è stato sequestrato in territorio svizzero, con la collaborazione delle autorità doganali elvetiche. Il sodalizio criminale importava ingenti quantità di pietre preziose direttamente dai luoghi di estrazione, attraverso l'ausilio di soggetti asiatici, in violazione delle norme in materia doganale e, con l'ausilio di presunti broker e prestanome compiacenti, le depositavano presso istituti bancari esteri come garanzia per ottenere linee di credito. Le attività svolte dalle Fiamme Gialle hanno consentito di porre sotto sequestro ulteriori pietre preziose per un valore stimato, dalle certificazioni acquisite, di circa 68 milioni. Altre sei sono le persone finora indagate.
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