Caos in Libia, ambasciata chiusa e cittadini italiani rimpatriati - video

E' atterrato nel primo pomeriggio di lunedì 16 febbraio, all'aeroporto militare di Pratica di Mare, il C-130 dell'Aeronautica che ha portato a Roma i cittadini italiani evacuati domenica dalla Libia dopo la decisione della Farnesina di chiudere le sedi diplomatiche in seguito all'escalation
dell'Isis. Sul volo c'erano una ventina di passeggeri, tra i quali anche l'ambasciatore italiano a Tripoli. Il resto degli italiani evacuati è stato smistato ad Augusta, in Sicilia. Restano un centinaio di italiani, invitati ripetutamente dall'ambasciata a lasciare il Paese, ma che per il momento hanno scelto di rimanere. All'operazione hanno partecipato, oltre ai militari dell'Arma, anche assetti della Marina e dell'Aeronautica militare che hanno fornito la necessaria cornice di sicurezza. In particolare, una nave militare spintasi a ridosso delle coste libiche, ha subito preso in consegna il catamarano "San Gwann", della compagnia Virtu Ferries, dove sono stati imbarcati gli italiani. L'intera operazione, dalle fasi di imbarco all'arrivo a destinazione, è stata monitorata dall'alto da un Predator dell'Aeronautica militare, un velivolo "a pilotaggio remoto" decollato dalla base del 32/o Stormo dell'Aeronautica di Amendola, in Puglia, dove ha sede il Gruppo Velivoli Teleguidati. Si tratta di aerei dotati di una grande autonomia di volo e che hanno sostanzialmente compiti di sorveglianza e ricognizione.

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