La Guardia di Finanza di Cosenza ha proceduto al fermo di quattro soggetti legati alla cosca Muto, accusati di aver dato vita ad un imponente traffico di stupefacenti. Contestualmente ai fermi, i Finanzieri hanno sequestrato un ingrosso e due punti vendita al
dettaglio di frutta e verdura fittiziamente intestati ad alcuni prestanome, ma di fatto gestiti da un pluripregiudicato. La Dda di Catanzaro ha emesso tre decreti di sequestro d'urgenza delle ditte, con lo scopo di porre fine ad un'attività di riciclaggio che, oltre a ripulire i soldi della droga, garantiva ulteriori introiti alla consorteria, condizionando il mercato ortofrutticolo di una vasta area della provincia. L'indagine ha avuto inizio circa un anno fa, quando i Finanzieri hanno scoperto una vera e propria raffineria di droga sulle alture di Cetraro. Migliaia di piante, di cui oltre tremila in fase di essiccazione e altre 60 pronte per il travaso nonché circa due quintali di "erba" stipati in 50 balle. A protezione della "preziosa merce" (del valore di circa 10 milioni di euro) e della intera area i malviventi avevano installato un sofisticato impianto di videosorveglianza attraverso il quale riuscivano a controllare tutti i "movimenti" che, però, nulla ha potuto nei confronti della destrezza e tenacia posta in campo dai Finanzieri. Sequestrate alcune armi e scoperto quello che si è rivelato essere il "libro mastro" del clan.
Via: AskaNews
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