L'Italia invierà 450 militari italiani a Mosul, una delle roccaforti dell'Isis. L'obiettivo è quello di difendere dai terroristi la diga danneggiata che minaccia la città di Baghdad e permettere l'inizio dei lavori. Lo ha detto il premier Renzi,
precisando che si tratta di "un'area molto pericolosa". "Siamo in Iraq per l'addestramento - ha spiegato Renzi - ma anche con un'operazione importante nella diga di Mosul, cuore di un'area molto pericolosa al confine con lo Stato Islamico: è seriamente danneggiata e se crollasse Baghdad sarebbe distrutta. L'appalto è stato vinto da un'azienda italiana, noi metteremo 450 nostri uomini insieme agli americani e la sistemeremo". E' il Gruppo Trevi ad aver vinto la commessa, del valore di oltre 2 miliardi di dollari. Si prefigura dunque un salto di qualità nella partecipazione italiana alla coalizione anti-Isil, perché Mosul si trova in una zona teatro di aspre battaglie tra le milizie del califfo ed i peshmerga. Mentre ora il grosso del contingente nazionale che partecipa alla missione "Prima Parthica" (circa 750 uomini) è impiegato tra Erbil (Kurdistan iracheno) e Baghdad, con funzioni prevalentemente di addestramento. Il salto di qualità è stato anticipato martedì dal presidente Usa, Barack Obama, quando ha detto che l'Italia è pronta a fare di più nella lotta al Califfato e lo farà in un'area ad alto rischio. Lo Stato islamico, nell'agosto del 2014 si era impadronito per qualche giorno della diga. Aveva minacciato di farla saltare per creare un'onda d'urto che avrebbe devastato gran parte del corso del Tigri. I Peshmerga curdi, con l'aiuto dei raid americani, ne hanno ripreso il controllo. Ma la battaglia, e anni di mancata manutenzione, hanno ridotto lo sbarramento in cattivo stato.
Via: Rainews24
Immagine: IBTimes
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