Baghdad, terremoto di magnitudo 7.3 lungo confine Nord: 395 morti

Un potente terremoto di magnitudo 7.3 ha colpito la regione lungo il confine settentrionale tra Iraq e Iran, uccidendo più di 395 persone, e ferendone altre 6.600. Funzionari locali hanno detto che il bilancio delle vittime potrebbe salire appena le squadre di soccorso avranno
raggiunto le aree remote. Epicentro del sisma, registrato a un profondità di 23,2 km, la cittadina di Halabja che nel 1988 fu scenario dell'attacco chimico ordinato da Saddam Hussein. La provincia più colpita è quella di Kermanshah, dove sono stati annunciati tre giorni di lutto. Più di 236 persone sono morte nella città iraniana di Sarpol-e Zahab, a circa 10 miglia dal confine con l'Iraq. La prima scossa ha ucciso almeno 11 persone in Iraq e il ferimento di 535, a nord, regione curda semi-autonoma del paese. Alle 21.18 ora locale di domenica la terra ha tremato per la prima volta. Decine le scosse di assestamento registrate dall'Usgs. Sul lato iracheno, i maggiori danni si sono verificati nella città di Darbandikhan, oltre che ad una frana sulla montagna vicina all'omonima diga, nella regione semi-autonoma del Kurdistan. Più di 30 persone sono rimaste ferite, secondo il ministro della salute curda, Rekawt Hama Rasheed. I soccorritori hanno lavorato tutta la notte per trovare le persone intrappolate negli edifici crollati nelle città colpite dal sisma, che è stato percepito in Israele e a sud di Baghdad. Interrotte anche le linee telefoniche e la corrente elettrica. In tutto sono 14 le province iraniane colpite dal terremoto. Il leader supremo iraniano, Ayatollah Ali Khamenei, ha offerto le sue condoglianze e ha esortato le agenzie governative a fare tutto il possibile per aiutare le persone colpite. Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha chiesto al suo governo di concentrarsi sugli aiuti.




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