Vibo Valentia, immigrato ucciso durante sparatoria: ipotesi vendetta

Un morto e due feriti. È il bilancio di una sparatoria avvenuta nella serata di sabato a San Calogero (Vibo Valentia). Un giovane originario del Mali, Sacko Soumayla di 29 anni, è morto e due suoi amici sono rimasti feriti. Il ragazzo è stato soccorso dal 118 e
trasportato all'ospedale di Reggio Calabria dove è deceduto. Lievi le ferite per gli altri due. I fatti sono avvenuti nella località chiamata ex Fornace. Non è stato ancora identificato l'autore del gesto. Sul caso indagano i Carabinieri di Tropea e la Procura di Vibo Valentia, che escludono la pista xenofoba. È ancora da chiarire la dinamica dei fatti, ma sembra che i tre si trovassero nella zona per compiere un furto quando sono stati colpiti dai proiettili. I tre migranti, tutti regolari in Italia, vivevano nell'area della tendopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria), in cui soggiornano i braccianti impegnati nei campi nella piana di Gioia Tauro. Per questo è stata decisa l'ulteriore intensificazione dei controlli nella zona. L'uomo è stato ucciso a colpi di fucile mentre, insieme a un altro migrante, prelevava materiale ferroso da un'ex acciaieria in disuso e abbandonata da anni, senza più proprietario. La pista privilegiata delle indagini è quella della vendetta per il furto di alluminio. A sparare alla testa dell'extracomunitario sarebbe stato Antonio Pontoriero, nipote di uno dei soci dell'ex fabbrica sequestrata. La vittima e i due connazionali erano giunti sul luogo dove è avvenuta la sparatoria a piedi e con una bici, da utilizzare probabilmente per trasportare il materiale. I tre migranti sono stati raggiunti da 4 colpi di fucile sparati da lunga distanza, 150 metri. Soumayla era un attivista sindacale dell'Usb, in prima fila per difendere i diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro.

Fonte: AdnKronos
Foto: Corriere

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