Imperia, rivolta dei detenuti nel carcere di Sanremo: feriti due agenti

Rivolta la scorsa notte nel carcere di Sanremo (Imperia). I detenuti della prima sezione, una quindicina di nordafricani, intorno alle 2 hanno iniziato a lanciare tv, mobili e suppellettili e le bombolette a gas accese nel cortile interno. La protesta è iniziata intorno
alle 21, in modo pacifico, per poi riprendere in piena notte. Ben presto tutti i 46 reclusi nella sezione hanno preso parte alla protesta. Gli agenti hanno riportato alla calma i detenuti dopo ore di trattative. Al momento della rivolta, nel carcere erano presenti 10 poliziotti penitenziari. Due agenti sono rimasti intossicati e sono stati condotti al pronto soccorso. All'origine dei fatti, da un lato il sovraffollamento del carcere più volte denunciato dai sindacati (al momento ci sono circa 270 detenuti in una struttura che potrebbe ospitarne 208), dall'altro una gestione che ultimamente si è fatta un poco più rispondente alle norme di legge - spiega il Sappe - dove i vecchi privilegi, come la libertà assoluta di telefonare all'esterno senza alcun limite e il mantenimento delle celle aperte a qualsiasi orario o quasi, si stanno piano piano abbandonando. Dal carcere, invece, fanno sapere che non si è trattato di una rivolta, ma di una semplice lite tra detenuti di celle diverse, nella quale sarebbero state coinvolte soltanto quattro o cinque persone. Intanto, il Sappe rileva positivamente la decisione del Provveditorato che ha sospeso il trasferimento dei detenuti da Savona a Sanremo, che era cominciato dopo il crollo del Ponte Morandi a causa della difficoltà dei trasporti per Genova Marassi. Grazie alla nuova viabilità aperta soltanto due giorni fa, viene bloccato il trasferimento a Sanremo e si torna alla normalità. Tuttavia il 9 novembre il sindacato sarà in piazza a Genova per chiedere condizioni di lavoro migliori e più sicure per i suoi agenti. Lite o rivolta, fonti interne al carcere fanno sapere che comunque alcuni provvedimenti verranno presi. Indagini sono in corso per ricostruire l'accaduto: gli inquirenti si serviranno delle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza interno alla struttura per capire chi, tra i detenuti coinvolti, ha dato inizio ai tumulti.



Fonte: La Stampa

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